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071 - Il Rompicapo Legionella

Autore/i: L. Fabbri, M. Schinella

Rivista: RIMeL - IJLaM, Vol. 5, N. 3-S1, 2009 (MAF Servizi srl ed.)

Pagina/e: 71-74

Riassunto
Premesse. È noto e ampiamente riportato in letteratura, che quando attentamente ricercata la presenza della legionella è riscontrabile quasi sempre negli impianti idrici ed aeraulici degli ospedali e che tale contaminazione batterica non può essere completamente eliminata con i mezzi attualmente a disposizione. Per contrastare e controllare questo complesso fenomeno, l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento (APSS) ha sviluppato nel tempo, una specifica organizzazione deputata ad elaborare le più idonee strategie di controllo e sorveglianza del fenomeno tra le quali la sperimentazione applicativa di metodiche di disinfezione degli impianti idrico-sanitari e delle torri evaporative di condizionamento/ventilazione. Materiali e metodi. Il Gruppo Aziendale per la Sorveglianza della Legionellosi ha messo in atto nel tempo una strategia globale di intervento finalizzata al controllo della proliferazione del batterio in tutti gli ospedali aziendali, articolata su di un insieme di azioni e tecnologie tese ad assicurare la Massima Sicurezza Tecnicamente Praticabile (MSTP), condizione che se raggiunta può portare la minimizzazione del rischio di infezione da legionella. L’applicazione agli impianti idrici di sistemi di controllo della proliferazione batterica con immissione di sostanze ad azione disinfettante, è integrata con una serie di altri interventi, che nel loro insieme costituiscono la strategia aziendale di contrasto alla legionella delle “Barriere Multiple” descritte ed esplicitate nel Piano di Sicurezza dell’Acqua (Water Safety Plan). Risultati. I casi nosocomiali sono stati sempre e solo registrati presso l’Ospedale S. Chiara di Trento, nonostante che la contaminazione della rete idrica sia presente in tutti gli ospedali aziendali e che torri evaporative siano presenti anche presso gli ospedali di Rovereto e di Borgo Valsugana. Si evidenzia una mancata correlazione tra il manifestarsi dei casi ospedalieri e i livelli di contaminazione ambientale presso l’ospedale S. Chiara. Infatti si continuano a registrare nuovi casi di legionellosi nosocomiale certi o presunti (nel 2088 5 casi certi e 2 presunti) nonostante i livelli accettabili in termini di possibile rischio di malattia (< =103). Ciò avviene anche dopo aver raggiunto un maggior abbattimento dei livelli di carica contaminante a livelli più elevati (% di ufc > di 103), rispetto alla diminuzione delle cariche con livelli più bassi (% di ufc < di 103). Discussione. Nella nostra esperienza, l’analisi incrociata relativa al numero dei casi registrati e ai livelli di contaminazione batterica dell’acqua calda sanitaria, ha evidenziato la mancata correlazione tra il manifestarsi dei casi e i livelli di presenza di legionelle. In questo contesto diventa estremamente importante oltre a mantenere una condizione di minimizzazione del rischio ambientale di base, attuare un programma di sorveglianza continuo dell’infezione (microrganismo alert) a partenza dal Laboratorio di Microbiologia e un’azione di massima sensibilizzazione dei clinici verso il sospetto diagnostico della particolare patologia polmonare.

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